#36 Musicoterapie: razze e razzismi

Eccolo eccolo. Ciao a tutti, ciao a tutte. Io sono Paolo Caneva e state ascoltando leggero sulla via della musicoterapia… un podcast dedicato appunto alla musicoterapia. Oggi è martedì 08 settembre ma…. lo sentite anche voi questo puzzo? Sono solo io che respiro questo miasma? temo di si perché nessuno ne parla e quindi come al solito mi prendo una manciata di muniti per parlarmi addosso così mi distraggo un po’ e magari non lo sento più… Nessuno ne parla dicevo… eppure sono proprio le parole che alimentano questa esalazione malsana, questa tendenza che serpeggia subdola tra i post che popolano internet e non mi riferisco ai post in generale ma a quelli che leggo nei contenitori sociali on line dedicati alla musicoterapia. A volte il pretesto è una domanda…(mentre lo dico mi rendo conto che  io stesso posso aver contribuito ad alimentare inconsapevolmente o indirettamente questa catena di giudizi…nel podcast non faccio altro che fare domande!!!!!) molto più frequentemente però è nelle risposte alle domande altrui che percepisco (e ripeto è una mia sensazione ) una retorica discriminante.  Intendiamoci… i toni sono sempre (o quasi) all’interno di una discussione civile…nessuno dice parolacce…ma passa forte l’impressione giudicante… quasi che ci sia qualcuno che per le più svariate ragioni (curriculari, anagrafiche, storiografiche) abbia l’autorità di poter suddividere la musicoterapia e conseguentemente gli operatori di musicoterapia in “razze”….razze  che si differenziano per capacità, valori, scuola, monte ore, qualità del titolo finale, docenti, formazione pregressa, competenze, luogo di lavoro, ruolo gerarchico, genere, età e così via…e che…., di conseguenza, sia possibile determinare una gerarchia musicoterapica secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento possa essere definito superiore, più vero, più musicoterapico di un altro.  Attenzione…qui urge un chiarimento. Non sto dicendo che tutto è uguale a tutto inneggiando ad un appiattimento delle specificità, ad un livellamento delle differenze per altro sane e fisiologiche tra i vari percorsi formativi, tra i vari operatori di musicoterapia, tra le varie musicoterapie. Sono infatti pienamente consapevole che il processo di definizione, il tentativo di delimitare ciò che una cosa è da ciò che quella cosa non è    è necessario per il progresso. So che è proprio grazie a questo sforzo che come umanità siamo arrivati a conoscere tutto ciò che sappiamo. Quello che percepisco come una vera e propria discriminazione di stampo razzista non è sottolineare la diversità tra un fenomeno ed un altro ma le affermazioni che per esempio fanno passare tra le righe la presunta superiorità di una scuola piuttosto che dell’altra…di una materia che in quel percorso formativo c’è mentre nell’altro no. Quello che mi rattrista infatti è che queste frasi alimentano senza fine atteggiamenti di intolleranza e profondi pregiudizi nei confronti di chi NON appartiene alla nostra RAZZA musicoterapica….pregiudizi e intolleranza che passano senza soluzione di continuità da chi ha responsabilità didattiche (gli insegnanti di musicoterapia) agli studenti. C’è ancora qualcuno che pensa di poter racchiudere la vastità del dialogo tra questi due sistemi (musica e terapia) in un’unica etichetta buona per tutti? Ci sentiamo così’ bianchi, puri ed eletti da affermare senza sosta la supremazia della nostra musicoterapia? Come ho più volte ripetuto in altri podcast Kenneth Bruscia ha scritto un libro interamente dedicato alla ricerca di una definizione di musicoterapia, una definizione sufficientemente “ampia” da raccogliere tutte o la maggior parte delle musicoterapie esistenti…. e l’ha riscritto quasi completamente per tre volte nell’arco di quarant’anni…possibile che nessuno si ricordi di questo?… Io adesso mi fermo qui. Noi ci sentiamo martedì 15 settembre con una nuova puntata di Leggero sulla via della musicoterapia. Come sempre vi ricordo che potete commentare questo podcast sulla mia pagina Facebook di Musicoterapiadaguardare,  e mi raccomando.. spargete la voce… Ciaoooo

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