#27 Musicoterapia evidence based

Eccolo eccolo. Ciao a tutti, ciao a tutte. Io sono Paolo Caneva e state ascoltando leggero sulla via della musicoterapia… un podcast dedicato appunto alla musicoterapia. Oggi è martedì 07 luglio e in questa 27 puntata condividerò con voi alcune riflessioni su come possiamo (per chi come me è solo un musicista) documentare e successivamente condividere con l’equipe,  socio sanitaria o educativa, il percorso che abbiamo fatto in musicoterapia con la persona che ci è stata inviata. Sottolineo il “per chi come me è solo musicista” perché oggi un sacco di persone arrivano alla musicoterapia con già un importante back ground clinico scientifico e per tutte queste persone il problema non si pone. La soluzione “unicista” sarebbe che in ogni individuo ci fossero tutte le competenze ma di geni ne nascono pochi all’anno…molto più realistico provare a fornire competenze spinte alla collaborazione d’equipe e strumenti funzionali per fare e condividere quel tanto che ci basta in modo dignitoso. Tradotto se devo fare uno studio randomizzato e controllato in doppio cieco mi appoggio ad un ricercatore e tutto il tempo che risparmio da quella scelta formativa lo uso per l’apprendimento di uno strumento musicale in più, per lo studio di quella particolare cadenza, per improvvisare senza esitazioni lungo il circolo delle quinte. Ci sono tuttavia situazioni in cui al di là di ciò che sta scritto sui libri l’equipe non c’è e dobbiamo arrangiarci. Le soluzioni a questo punto sono molteplici. Intanto dovremmo per forza scegliere un altro tipo di “disegno di ricerca”. Invece che scegliere e realizzare il gold standard degli studi sperimentali ci orienteremo su metodi e strumenti di ricerca diversi come l’inchiesta, il sondaggio usando dei questionari, l’intervista o ancora l’osservazione partecipante o non partecipante, la simulazione e così via. In questo podcast vorrei approfondire un po’ l’osservazione. credo che tutti voi durante la vostra pratica usiate delle schede di osservazione, dei protocolli osservativi al fine di non perdervi nel mare magnum del flusso di avvenimenti. Che scheda usate? l’avete presa da qualche libro/insegnante/modello o ve la siete costruita voi? E qual’ora siate voi stessi gli autori dello strumento osservativo che tutti i giorni usate….quali criteri avete scelto per crearla, attorno a quali indicatori si orienterà il vostro sguardo? In altre parole che cosa avete deciso di osservare grazie questa scheda?  Ci sono schede complete e bellissime ma impossibili da usare per l’elevata quantità di tempo necessario alla loro compilazione. quanto ci mettete a compilare la vostra? E sempre per stare con i piedi sul pianeta terra vi è mai successo di usare la vostra scheda di osservazione anche come fonte per recuperare elementi valutativi? (che per un ricercatore puro è come allungare il vino con l’acqua minerale gassata) ed infine (prometto che è l’ultima domanda) quando quello specifico indicatore che avete scelto tra i tanti possibili ha un riscontro nella realtà (accade cioè che la persona con cui state facendo musicoterapia in una qualche maniera fa una delle cose che avete elencato nella vostra scheda di osservazione) voi cosa fate? mettete una x (tipo on /off) o scegliete una scala likert? Ovviamente l’argomento metodologia della ricerca non si può sbrigare con un podcast di cinque minuti ma questo tempo seppur breve può ricordarvi l’importanza di avere criteri chiari per osservare e misurare ciò che accade nel vostro lavoro consapevoli dell’inevitabile soggettività del caso. Io mi femo qui. Noi ci sentiamo martedì 14 luglio con una nuova puntata di Leggero sulla via della musicoterapia. Come sempre vi ricordo che potete commentare questo podcast sulla mia pagina Facebook di Musicoterapiadaguardare, e  mi raccomando.. spargete la voce… Ciaoooo

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