#07 La musicoterapia funziona? (scegli a chi vuoi assomigliare)

Maramarame merame me mera me.Eccolo eccolo. Ciao a tutti, ciao a tutte. Io sono Paolo Caneva e state ascoltando leggero sulla via della musicoterapia… un podcast dedicato appunto alla musicoterapia. Oggi è martedì 18 febbraio e in questa 7 puntata condividerò con voi le mie riflessioni relativamente alla domanda “La musicoterapia funziona?”.  Sgombro subito il campo da qualsiasi dubbio e vi dico immediatamente che la mia risposta è un si pieno e totale. Come è ovvio che sia la mia fede assoluta nel “funzionamento” della musicoterapia non sempre è sufficiente a placare il dubbio di colui che fa la domanda in particolare se è una persona che più o meno consapevolmente abbia già la sua personale opinione in merito e che tale opinione sia negativa. Se intuisco che il “domandante” è preoccupato di come il Servizio Sanitario Nazionale possa sprecare i suoi soldi pagando dei ciarlatani che promettono guarigioni miracolose a suon di La bemolle alla sua domanda “la musicoterapia funziona?” rispondo subito con un bel “No assolutamente no…mica sono un’aspirina..C’è poi una variabile spiritosa che è: “No. Sono cinquanta euro”. Vi lascio immaginare la reazione. Al di la degli scherzi vorrei riflettere con voi sul perché qualcuno arriva a chiederci “la musicoterapia funziona?” Perché non ci basta fare un percorso formativo, acquisire delle competenze professionali, per sedare sul nascere qualsiasi dubbio? La mia idea???????: ce la siamo cercata…si si  avete capito giusto…per me la responsabilità di tutto ciò è soltanto nostra…e quando dico nostra intendo di NOI FORMATORI perché ciò che diciamo o non diciamo ai nostri studenti andrà a plasmare il professionista di domani. Provo a spiegarvelo con una storiella. Immaginate di essere un bambino di 10 anni ansioso di entrare nel mondo adulto “dove tutti sembrano fighi, ricchi e felici, il mondo che popola i locali di qualsiasi città dal venerdì alla domenica sera,  Questo bambino decide di fare di tutto per farsi accettare da quel mondo: si mette una giacca ed una cravatta, entra in un locale si avvicina al bancone e chiede “uno spritz aperol”….provando ad imitare alla meglio il timbro di un adulto. A quel punto Il barista gli chiede: “buonasera lei ha 18 anni?” Ovviamente la domanda è retorica…lui sa bene che quel bimbo non ha l’età per acquistare gli alcolici. A questo punto credo che tutti siamo d’accordo su fatto che piuttosto che discutere sul senso della domanda forse vale la pena interrogarci sul perché quel bambino decide che comprare l’alcool sia un gesto che lo qualificherà al pari dei suoi modelli o ancora di più ci dovremmo chiedere perché il bimbo voglia assomigliare a quel tipo di adulto? Il processo dell’imitazione infatti è un processo naturale tipicamente infantile e si verifica attraverso l’adozione di modelli ma perché la musicoterapia cerca così disperatamente di farsi accettare dalla medicina? Possibile che tutti ci dimentichiamo che c’è anche il termine musica nella parola usata per descrivere il nostro mestiere? Volete sapere un segreto che non ho mai detto a nessuno? Sogno il giorno in cui qualcuno invece che chiedermi “La musicoterapia funziona” mi chiederà “ma la musicoterapia è bella? Termina qui la puntata di oggi. Noi ci sentiamo martedì 25 febbraio con un’altra puntata questa volta su un tema molto pratico che mi è stata chiesto a gran voce: che criteri usare per determinare il valore del nostro operato?, detto in altre parole “quanto posso chiedere all’ora facendo musicoterapia”? Ascoltate il prossimo podcast e lo saprete! … mi raccomando…. spargete la voce…GHiGHI dan ga  lèle ghi ghi dan ga  ….…ciaooooo

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